Comunità di Ricerca

Comunità di Ricerca

Cos'é una CdR e perché farla?

I vantaggi del lavorare in Comunità di Ricerca (CdR)​

E’ una pratica di pensiero di gruppo. Consiste in una discussione approfondita intorno a un tema significativo, identificato dal gruppo stesso a partire da uno o più stimoli (detti pretesti: brevi testi, immagini, scene di film, brani musicali) offerti dal facilitatore o scelti dal gruppo.

In pratica, una volta letto un testo/pretesto il gruppo si pone delle domande. La finalità della Comunità di Ricerca non è arrivare a una soluzione o a delle risposte. I partecipanti sperimentano la ricchezza di una pratica di condivisione del pensiero capace di gettare luce nuova su concetti o problemi.

Questo approccio si basa sull’azione e il consenso democratico del gruppo, cui si chiede autentica cooperazione, rispettando regole che aiutano ad evitare la contrapposizione tra affermazioni differenti. Si concentra invece l’attenzione a raccogliere, dagli interventi di tutti, quanto può arricchire e sviluppare in direzioni originali la riflessione propria e dell’intero gruppo, in modo da includere nei propri punti di vista i vari suggerimenti e indicazioni che affiorano nel corso del dialogo.

Cosa accade

A differenza di una più usuale ricerca di unanimità e convergenza, la Comunità di Ricerca tollera e valorizza dissensi e divergenze, benché inseriti in un ambito di forte cooperazione e rispetto dell’altro. Le regole e la struttura della Comunità di Ricerca creano le condizioni perché il pensiero possa fiorire e prendere direzioni originali e inaspettate, con effetti fortemente generativi per ciascuno dei partecipanti, che sperimentano l’occasione di vivere in prima persona l’emozione e la fecondità di pensare insieme agli altri, contemporaneamente all’instaurarsi di buone dinamiche relazionali.

Con la Comunità di Ricerca la costruzione sociale e collettiva del pensiero si fa esperienza concreta, intimamente vissuta.

La Comunità di Ricerca favorisce il fiorire del pensiero collettivo su tre assi (le tre C): critical thinking, creative thinking, caring thinking. Il fatto più rilevante, forse, è che riesce a connettere in modo fecondo e armonico queste tre dimensioni, spesso tra loro separate.

(liberamente adattato da: http://cervari-consulting.com/strumenti-e-tecniche/comunita-di-ricerca)

Come abbiamo incontrato questo metodo

I Bilanci di Giustizia hanno ricevuto questo metodo a-metodico in dono da Fulvio Manara, mancato improvvisamente nel 2016.
Lo sperimentiamo da allora, consci della necessità di continuare a migliorare nel suo uso.