Settembre 2007

Settembre 2007

BILANCI DI GIUSTIZIA
LETTERA DI INFORMAZIONE TRA GLI ADERENTI ALLA CAMPAGNA
N° 121 – SETTEMBRE 2007

INCONTRO NAZIONALE BILANCI DI GIUSTIZIA
LAVORO: CHE PASSIONE!
dal consumo critico al lavoro critico

I punti “più” dell’Incontro raccontati da Antonella.

Un gruppo festoso di famiglie – quasi la metà dei partecipanti erano bambini – che si incontra per riflettere sul tema del lavoro, e lo fa in maniera molto concreta, senza rinunciare a confrontarsi con qualche modello teorico e qualche proposta politica. Ha lasciato traccia di sé il tredicesimo incontro annuale di Bilanci di Giustizia a Rocca di Papa (Roma), “Il lavoro, che passione. Dal consumo critico al lavoro critico”, dal 31 agosto al 2 settembre scorsi.
Dopo i primi momenti lasciati al piacere di rivedersi, i bilancisti si sono messi in ascolto di tre testimonianze significative di “lavoro” a partire dal lavoro casalingo e di cura di Enrica Volpi, fondatrice dell’esperienza dei condomini solidali di Mondo di Comunità e Famiglia. È seguita l’esperienza semplice ed esemplificativa di Patrizio Suppa, bilancista da sempre, che ha tentato con coraggio di far impregnare il suo lavoro dei valori in cui crede e di Vincenzo Linarello, presidente del consorzio Goel, che ha fatto del suo lavoro il modo concreto ed efficace di lottare contro la ‘ndrangheta calabrese.
Lavorare meno, lavorare per il bene comune, lavorare per cambiare il mondo. A partire dalle esperienze si sono avviati i gruppi dialogali che hanno dato la possibilità ad ogni partecipante di raccontare di sé e del proprio lavoro, di vedere potenzialità e limiti, fino a progettare sviluppi e cambiamenti per sé, se il proprio lavoro non si rivela abbastanza soddisfacente, creativo, coerente con il proprio sistema di valori, oppure di decidere di ridurre lo spazio al lavoro retribuito, se non lascia spazio alle cose veramente importanti.
È l’aver lavorato sui propri consumi che permette ai bilancisti una radicale capacità di cambiamento. Se possono permettersi di lavorare meno è proprio perché hanno messo sotto controllo i loro bisogni e possono decidere di quanto reddito monetario hanno bisogno.
Lo dicono chiaramente i dati del Rapporto annuale 2006, che confermano le linee di tendenza degli scorsi anni e aggiungono degli elementi nuovi proprio sul tema del lavoro in senso lato. L’autoproduzione, uno dei capo saldi dei bilancisti è infatti uno degli elementi chiave che permette di scardinare il legame reddito/lavoro. Così come la riduzione dei consumi offre ampi margini di libertà quando si sceglie il lavoro e la sua retribuzione. Vogliono avere più tempo per la famiglia, le relazioni, la cultura, la formazione, il divertimento e la spiritualità e sembrano riuscirci, questi bilancisti.
Mettono così in discussione il modello economico attuale e sembrano invece molto vicini al modello gandhiano che univa riflessioni sulla nonviolenza alle proposte per risolvere i problemi economici dell’India ripensando le tecnologie e il mercato. La nonviolenza sia strettamente legata al tema del lavoro, ha sottolineato Nanni Salio nella tavola rotonda finale, non solo perché la necessaria lotta al lavoro precario e al lavoro schiavo non può che essere nonviolenta, ma anche perché il pensiero nonviolento ha dei suggerimenti concreti per ripensare e discutere in maniera radicale i modelli economici attuali, a partire dalla formazione dei giovani alla cultura scientifica di base.
È la gerachizzazione del lavoro che va messa radicalmente in discussione, ha fatto eco Giuliana Martirani. Bisogna ridiscutere le gerarchie tra lavoratori e dirigenza, quelle tra lo spirito l’intelletto e il corpo. E sicuramente le gerarchie internazionali tra lavoratori. Per convertire il lavoro sono dunque necessari tempo, silenzio e autolimitazione.
Assente, all’ultimo, l’ospite più attesa della tavola rotonda, il ministro Rosy Bindi. È mancato così il dialogo diretto con la politica. Peccato, perché i bilancisti avevano alcune proposte anche molto concrete da sottoporre alla discussione, ad esempio quello di istituire una “valutazione di impatto familiare” degli strumenti legislativi e delle politiche dello stato e degli enti locali.
Heinrich Boell racconta di un turista che arringa un pescatore sui vantaggi di un maggior impegno sul lavoro. Uscendo due o tre volte al giorno in mare, sostiene, potrebbe pescare più pesce, e innescare una dinamica di crescita inarrestabile: una barca a motore, poi due, poi una flotta di lance, uno stabilimento per la surgelazione, l’affumicamento e magari un elicottero per rintracciare i banchi di pesce. “E allora?” chiede il pescatore. “E allora” conclude il turista trionfante, “lei potrebbe sedere tranquillamente sulla spiaggia, sonnecchiando al sole, contemplando il bellissimo oceano!”. Il pescatore lo guarda e dice “È proprio quello che stavo facendo prima che arrivasse lei”.
Alla fine di questo incontro, le storie raccontate e le riflessioni fatte dicono che il pescatore della storiella ha ragione e che quella sua logica disarmante non è realizzabile solo nel suo mondo semplificato del villaggio sul mare, ma anche nella nostra complessa società occidentale globalizzata, nell’anno 2007.

PAROLE VIA MAIL … SULL’INCONTRO ANNUALE

LA CRONACA DI PATRIZIO

Riecco il nuovo incontro nazionale. Fra tutti gli incontri fatti finora, farne uno al “mondo migliore” è stato un modo eccellente per creare dei buoni auspici.
Arrivati, ecco un brulicare di facce e di saluti, sorrisi e abbracci. La solita gioia di rivedere persone che si stimano e a cui si vuol bene, anche se a distanza e anche se le occasioni di vedersi sono poche. E dico la solita gioia perché fa piacere e mi fa sentire in rete con tanti.
La prima cosa che colpisce quest’anno, a parte la trovata di marketing del nome del luogo, è il ristretto numero di partecipanti.
Rispetto alle adunate di qualche anno fa, siamo un terzo: ci metto dentro la distanza (chilometrica) tra la “location” e il baricentro degli aderenti alla campagna e gli impegni familiari che precludono la partecipazione a molti. Sì, perché il tema scelto, detto tra noi, è interessante e soprattutto permette a tutti di dire la propria.
La prima serata si è sfilata in modo sommesso, visto che la presentazione dei gruppi non c’è stata (non so il perché… ma molti erano dietro ai pargoli…), quindi c’è stato spazio per l’autoproduzione delle relazioni con saluti e chiacchiere con chi era appena arrivato chi già c’era e così via.
Il giorno dopo, che dire, non c’è niente di meglio che svegliarsi in un mondo migliore, no? già questo mi mette di buonumore. È venerdì, e per me questo venerdì sarà piuttosto intenso…
Per cominciare, un paio di settimane prima mi è stato chiesto di fare uno degli interventi di inizio dell’incontro. Sì, proprio a me: accanto ad Enrica, che insieme al marito Bruno Volpi ha messo su l’associazione ACF e a Vincenzo Linarello Presidente di un Consorzio di Cooperative della Locride (Goel). Che potevo dire rispetto a due esperienze estremamente coinvolgenti e importanti?
Belli i gruppi di scambio, bravi i facilitatori (grazie per questo servizio importante e preparato con cura, e grazie anche perché molti dei facilitatori non erano promotori e/o referenti, il che significa che la campagna sta a cuore a tutti e tanti si sentono responsabili di essa, com’è giusto che sia: grazie ancora). Bello vedersi in faccia e mettersi a nudo sul proprio rapporto con il lavoro, cioè quello che occupa, in vario modo, la maggior parte della giornata (e, direi, le ore migliori della giornata: quelle in cui siamo più svegli e attenti). Bello conoscersi e apprezzarsi. Ed è sorprendente come ci siano vite piene di domande, riflessioni e, di conseguenza, azioni che fanno vivere più leggeri, nello spirito e nella concretezza.
Nel pomeriggio, laboratori: attività di grande successo, come sempre, anche se qualcuno, parlando tra il serio e il faceto, chiedeva l’istituzione di alcuni laboratori permanenti, come quello per fare il pane o lo yogurt…
Si impara sempre qualcosa, grazie alla disponibilità dei bilancisti…
Alla fine, è sorprendente scoprire che ci sono un paio d’ore libere per chiacchierare, andare in giro, rincorrere i pargoli… e in occasioni come questa il tempo perso è tempo guadagnato.
L’incontro della sera del venerdì, anche quest’anno è gestita dal nostro gruppo fiorentino, e purtroppo quello che doveva essere il mattatore della serata, il nostro Angelo, all’ultimo momento non è potuto venire.
In pratica, io e Simone (con l’indispensabile lavoro dietro le quinte delle consorti) ci buttiamo nell’organizzazione: i materiali ci sono tutti (Angelo è stato precisissimo), si tratta “solo” di condurre lo “spettacolo”. E non è cosa da poco…
Innanzitutto riusciamo ad andare nell’auditorium magnum, con apparecchiature tecnologiche così all’avanguardia che nessuno riusciva a far funzionare l’audio di quello che veniva proiettato (indispensabile), finché, dopo una ventina di minuti di tentativi andati a vuoto, si optava per il banale sistema di mettere un microfono alle casse del portatile per avere un’amplificazione casalinga.
Si parte, eccomi in versione “bravo presentatore”. Saluti al pubblico e presentazione della serata. Abbiamo preparato quattro brani Karaoke (anzi, Bilaoke) derivandoli da famose canzonette, trasformandoli in inni al bilancismo più sfrenato.
I bilancisti canterini si sono susseguiti uno dietro l’altro anche se qualcuno ha cercato di resistere alla richiesta delle masse di deliziargli i timpani con le proprie virtù canore.
La rivelazione dei bilancisti canterini sarà da tenere presente in futuro…
Dopo una seria divisione a squadre, la platea ha risposto ad una serie di difficili domande a sfondo bilancista per verificare la conoscenza di svariati ma indispensabili argomenti.
Infine, il test di autoproduzione: il montaggio manuale di un quartino di panna, a staffetta: il testimone passato tra gli staffettisti era la frusta che mulinava vorticosamente nella ciotola. Le due squadre sono comunque arrivate pari, salvo diverse indicazioni che saranno ricavate dal fotofinish.
Una breve pausa per la lettura della poesia messicana, dal titolo “el bilancista” (tanto per cambiare), con traduzione in italiano: la malinconica esperienza di un bilancista del Barrio di Santa Cruz, che, travolto dagli eventi, grida al moNdo il suo doloroso “no spuesto nada!”.
Infine, il lancio del gomitolo tra i componenti delle due squadre, con il risultato visivo di ottenere una “rete” così salda che c’è voluta una mezz’oretta per rifare il gomitolo.
Sabato mattina, siamo partiti con il lavoro di gruppo, immersi come sommergibili dentro il mare delle inquietudini, delle domande e del vissuto degli altri.
All’ora di pranzo abbiamo fatto una emersione rapida per non arrivare tardi… ed eccoci di nuovo ai laboratori.
Le ore di tempo libero permettono di chiacchierare un po’ di più con tutti. È bello andare in giro e sentirsi chiamare per fare due chiacchiere, raccontare e sentir raccontare quello che è successo durante tutto il tempo in cui non ci siamo sentiti e visti. Mi piace pensare a queste amicizie come delle amicizie in stand-by (senza la spia rossa) che ripartono al momento opportuno. Non sarà mai come vedersi tutti i giorni, è chiaro, ma è un’amicizia che in me è nutrita dalla stima e l’ammirazione per questa o quella persona.
La sera, bello, un concerto di un trio che suonava musica balcanica: bravi, musica coinvolgente, i bimbi che correvano e ballavano a destra e sinistra, il ritmo scandito dal battito delle mani. Bella la musica suonata dal vivo, bello anche il gruppo di Roma abbia trovato quest’occasione per farci conoscere “altro”.
Atmosfera ideale. L’ho già detto, i ritmi lenti sono perfetti per aiutarci a parlare.
È l’ultima sera, e le zanzare ci aspettano in camera per il saluto finale…
Domenica mattina cominciano già le prime partenze.
Quella che sembrava uno scherzo è invece vero: la ministra Bindi non ci sarà, è tornata a Siena alle due dopo un incontro promozionale per il PD e non ce la fa ad arrivare. “E’ l’assenza della politica” dice lapidario Mario…
Nella plenaria vengono riportati i risultati dei lavori di gruppo, poi le novità del rapporto annuale, infine ascoltiamo i due invitati, Nanni Salio e Giuliana Martirani.
Lo chiudiamo l’incontro nazionale? Sì, lo chiudiamo, con tutti i ringraziamenti dovuti.
Cosa ci riportiamo a casa? a parte svariate punture di zanzara, a me rimane la sensazione di camminare insieme, che ognuno non cerchi la soluzione, ma la propria soluzione. Mi rimangono le facce di chi ho ritrovato (e perché no, anche quelle di chi non è potuto esserci: ci vediamo la prossima volta?), le risate di chi siamo riusciti a divertire, la naturalezza con cui Marta, la mia bambina, si è messa a giocare con gli altri bimbi…
…..e la voglia di tornare a vederci ancora e di portare un pezzetto di mondo migliore anche a casa mia…

LE IMPRESSIONI DI SABRINA

Anni e anni di incontri nazionali, discussioni e disquisizioni sui massimi temi, bilacanze e giornate scappa e fuggi, eppure non mi stanco mai e l’ultima occasione di incontro è anche la migliore. Anche questa volta è stato così.
Sarà perché me la sono goduta tutta, senza farmi distrarre da figlie piccole e grandi, da mare-montagna-distanze chilometriche-code per i pasti. Eravamo meno, ma è stato giusto che l’incontro si svolgesse lì. Siamo stati ospitati in un luogo tranquillo, abbastanza raccolto per non spendere energie solo per spostarsi da un impegno a un altro, ma con gli spazi adatti alle nostre necessità. Non si può chiedere di più; c’era anche la vista romantica sul lago, volevamo mica anche un Lucano?
Quando abbiamo fatto l’incontro regionale a Firenze per iniziare a parlare di lavoro, ero reduce da una spiacevole discussione sul mio “tempo da perdere” con la madre di una compagna di scuola di mia figlia e quindi mi sentivo un po’ delegittimata riguardo al tema che dovevamo affrontare: che cosa c’entravo io, casalinga, con il “mondo del lavoro”, come potevo capire le problematiche che affliggono le famiglie, tutte concentrate nel conciliare lavoro-figli-tempo libero? Questa sensazione mi è rimasta dentro e sono arrivata a Roma con l’idea che forse avevo poco da dire o da ascoltare.
Devo ringraziarvi tutti per come, quando si parla insieme, cambia la prospettiva con cui si guardano le cose, per come le scelte di ognuno di noi siano state legittimate solo per il fatto di non essere state giudicate, per come, ogni volta che si affronta un tema, si riesce a mettere un tassellino nella costruzione, se non di un mondo migliore, almeno di una realtà in cui vivere più ricca di occasioni e di possibilità.
Nonostante la necessità di Antonella di paragonarci alle famiglie “normali” almeno per quel che riguarda i numeri, è inutile: siamo diversi. Diversi perché non valutiamo ciò che abbiamo con il metro “normale”; niente di quello che è uno status simbol ha particolare importanza: auto, casa, amicizia, scelta della scuola più in per i figli, scelta delle amicizie giuste, scelta del tipo di attività che facciamo.
Non ci sono cose di cui “non si può fare a meno”; si può e si deve discutere di tutto, a partire dal telefonino da comprare a un figlio adolescente fino al frigo di Guido e Graziella o all’ananas nel cesto della frutta di Luca e Cristina. Chi dice che “non se ne può fare a meno” in questi giorni avrebbe imparato che almeno un prova bisogna farla, prima di abdicare.
Così, quando, dopo avere ritrovato facce conosciute da tempo (ho qualche difficoltà con i nomi), dopo aver salutato amici lontani, abbiamo cominciato a parlare del lavoro, mi ci è voluto poco a capire che anche in questo caso non siamo “normali”.
Se parti con apprezzare un incosciente che rinuncia a uno stipendio un terzo più alto di quello che percepisce adesso per aver voluto un impiego “migliore(!?!?)”, se ascolti rapito una casalinga che dopo avere lavorato per tutta la sua vita per aprire la propria casa e la propria famiglia agli altri, ti dice che non gli sembra di aver fatto niente di speciale, anzi, sembra che sia servito quasi esclusivamente a lei, se scommetti che “quelli di Locri” ce la faranno, come puoi pensare che vengano legittimate sciocchezze come fare del lavoro lo scopo della vita, tendere a un lavoro che dia sempre più soldi e prestigio anche se poi ti svuota della voglia di vivere, studiare e laurearsi in funzione delle prospettive del mercato del lavoro?
E poi, in questi giorni, ho trovato anche la risposta a due aspetti del mio “lavoro” che mi creavano qualche ansia: ho scoperto di poter contrapporre alla mancanza del diritto di sciopero il ” bicchierino di “me ne frego”” di Enrica, in modo da ridare un equilibrio a tutte le mie attività, e di adottare lo stesso fondo pensione di Bruno; lui spera di diventare un vecchietto simpatico in modo da essere accolto da tutti; non so se potrò mai essere una vecchietta simpatica, sono già scorbutica adesso!, spero di essere almeno una vecchietta disponibile.
Infine un grazie di cuore a tutto il gruppo di Roma e alla nostra cara Segreteria, sappiamo tutti quanto è faticoso darci la possibilità di incontrarci.
Grazie, un abbraccio a tutti, è stata una occasione magnifica.
Dato che la voglia di vedersi è sempre tanta e le promesse di incontrarsi durante il prossimo anno innumerevoli, ricordiamoci sempre che abbiamo una ricchissima lista ospitalità. Possiamo, quando ci spostiamo sfruttare l’occasione per incontrarci.
Potremmo anche noi organizzare delle giornate di “Porte Aperte a casa di…”
Un saluto anche a chi non c’era……
Sabrina

INCONTRO ANNUALE
LE ATTIVITA’ DEGLI ADOLESCENTI

Rispetto all’anno scorso, l’attività per i ragazzi a Rocca di Papa è stata diversa. L’anno scorso l’impegno era continuo, mattino pomeriggio sera per fare il pane e stare insieme, quest’anno c’era tanto tempo libero con delle attività nel mezzo.
La mattina per circa due ore stavamo con una tipa che si chiamava Francesca. Non so chi fosse di preciso ma aveva a che fare col commercio equo e solidale, e ne sono prova le tavolette di cioccolato che ci siamo sbafati. Il primo giorno abbiamo fatto vari giochi per conoscerci meglio, poi ci ha mostrato la carta del mondo di Peters e ci ha spiegato che quelle sono le vere dimensioni dei continenti.
A pranzo e cena noi ragazzi mangiavamo tutti insieme ad una grande tavolata, metà di maschi e metà di femmine, chiacchierando e facendo amicizia.
Il giorno dopo abbiamo fatto un gioco molto lungo nel quale bisognava costruire delle forme con la carta per guadagnare dei soldi. Ogni gruppo partiva con diverse risorse e i costi delle figure si abbassavano o salivano a seconda di quanti esemplari di ogni tipo di figura erano sul mercato. Francesca ci ha spiegato che è quello che succede anche nel mondo reale. È stato molto bello e ci siamo divertiti un sacco. Io facevo la campagna pubblicitaria con testimonial il cane Osvaldo. Dopo aver mangiato un sacco di cioccolata abbiamo giocato al mostro blob, o flod, o qualcosa del genere.
Domenica la maggior parte di noi ha deciso di fare da baby-sitter ai bambini più piccoli. Io non so cosa hanno fatto perché non c’ero: mi interessava la riunione dei grandi.

 

Il posto dove si teneva l’incontro non permetteva le attività di svago a cui ci avevano viziato nei precedenti incontri (mare, piscina), a meno che uno non fosse appassionato di chiese, cappelle e cose simili.
Francesca

ALCUNE RIFLESSIONI SUI RAPPORTI
BILANCI – ACF

Caro Don Gianni,
tuttora, una decina di giorni dopo la fine dell’incontro nazionale di Bilanci ho vivissimi nella testa e nel cuore gli stimoli, la speranza e la spinta al cambiamento che quest’incontro mi ha trasmesso o rinnovato. Non solo gli interventi, anche i momenti di condivisione in gruppo e i workshop sono stati per me molto intensi. Alcune delle cose che “fa” un bilancista le facevamo già, Norbert e io. Verso nuovi, piccoli cambiamenti cercheremo, ora di dirigere le nostre forze! Grazie che ci siete!
Non so se riusciremo anche a compilare i bilanci mensili, ma voglio dirti che mi e ci sentiamo molto vicini a voi, ed è anche per questo che abbiamo mandato alla Segreteria il nostro indirizzo per essere inseriti nella lista dell’ospitalità dei Bilanci.
Saremmo per esempio molto felici se tu passassi a trovarci!…
C’è una cosa ancora che devo dirti, perché non mi esce dalla mente e mi ha fatto partire dall’incontro con una nota di tristezza: quello che tu hai raccontato alla fine di Bruno (Volpi) e dell’ACF.
Personalmente penso che almeno in altri tempi Bruno stesso avrebbe giustificato la scarsissima presenza (una sola coppia di Livigno) di coppie di ACF o MCF nuove ai Bilanci con il sovraccarico di impegni che è spesso tipico di ogni comunità, anche tenendo conto del periodo di fine vacanze per alcuni non favorevole. Non so perché Bruno questa volta non l’abbia fatto. Mi sarebbe piaciuto però che Bruno fosse presente quando tu hai riferito le sue riflessioni in plenum, perché così avrebbe potuto chiarire meglio il suo pensiero. Ma quello che più mi ha fatto tristezza è stata la tua conclusione, dopo il riferimento al convegno con Banca Intesa organizzato da Bruno: “ Questo “fare l’amore” con ACF… che senso ha per noi, se poi loro si orientano così?”, seguito dall’applauso finale della platea che chiudeva l’incontro. Mi è dispiaciuta questa conclusione.
Probabilmente anche tu non intendevi liquidare così il carico e il lavoro faticoso e, penso, benedetto di Comunità come quelle di Villa Pizzone, Castellazzo, Castello Cabiaglio, Cesano Maderno ecc…, che fanno cose degne di attenzione e di rispetto, oltre ad essere comunque impegnate nel riciclaggio, risparmio energetico, riduzione dei consumi, giustizia sociale, condivisione di talenti e risorse fino ad arrivare alla cassa comune. A me però quella tua conclusione è suonata quasi come: “ Lasciamo perdere ‘sta collaborazione…”
Allora, se posso permettermi un’esortazione: Non interrompete il contatto con ACF! Penso che le due organizzazioni siano in qualche modo complementari e possano integrarsi a vicenda (vedi per es. ACF e il tema LAVORO!).
Intanto ti auguro buon cammino e spero di rivederti presto, magari insieme alla mia famiglia!
Un carissimo saluto
Maria Telma

Cara Maria Telma,
grazie per la tua lettera.
Anch’io ripenso a quelle giornate. Quanta ricchezza di vissuto abbiamo scambiato! Mi dispiace che con te non ho molto parlato, ma vedo che ci sarà la possibilità per il futuro. Il canale di comunicazione è aperto.
Riguardo ad ACF ti assicuro che sono deciso a mantenere il dialogo e la collaborazione.
Condivido però con Bruno la preoccupazione che deriva dalla incapacità dei bilancisti di portare dentro ad ACF la sete di giustizia e di discernimento nei mezzi che usano.
“Quando una famiglia dei Bilanci entra in ACF -dice Bruno- si siede, come del resto capita a tutte le altre”.
Vedi Telma, è più facile mettere in comune i soldi che interrogarsi continuamente su quali conseguenze hanno provocato nel mondo i beni che utilizziamo.
Ci sembra che le finalità che ci proponiamo puliscano gli strumenti che usiamo; ma i soldi che hanno provocato disastri non creeranno pace e gioia solo perché una parte viene data in beneficenza.
So che tutto questo è più facile da dire che da attuare. Ma insieme ci aiuteremo.
Un caro saluto.
don Gianni

BILATREKKING

Non so se sia giusto continuare a chiamarlo Bilatrekking, su 33 persone, coloro che facevano parte dei bilanci erano solo 3 adulti e 4 ragazzi, ma c’era un ragazzo che veniva dall’ACF altri 2 dalla comunità laica di Murialdo oltre a tutti i ragazzi dei centri con i loro educatori. In molti ci conoscevamo già dagli scorsi anni, altri erano nuovi.
La maggior parte erano trentini, di Trento, Rovereto, Riva, poi da Vicenza, la Valsugana, Treviso, Livigno, Lecco, Verona, Firenze. Eravamo comunque un bel gruppo, affiatati come non mai. Ed è stato anche una bella esperienza. Qualcuno ha detto che è stato l’anno degli eccessi, non abbiamo mai camminato così tanto, non abbiamo mai patito così tanto la sete, non abbiamo mai dormito così poco. È partita il venerdì a mezzogiorno e già arrivare al rifugio è stata una prova non indifferente, quasi 4 ore con tutti gli zaini carichi. Il giorno dopo è stato ancora più dura, 12 ore di cammino. Quando siamo arrivati in cima al monte Pelf, avevamo già quasi finito la scorta di acqua e la lunga discesa sembrava non finire mai, dopo una curva dietro una selletta, il rifugio non appariva mai .
Il tempo è stato generoso. Il gestore ha detto che giornate come quelle, sgombre completamente di nuvole, può capitare 2 volte durante l’anno, e questo, per fortuna, è quasi una costante per il bilatrekking; si vede che abbiamo degli agganci molto in alto.
Ci sono stati anche momenti di confronto, il primo giorno é venuta una nota alpinista che ci ha raccontato cosa significa per lei la montagna, abbiamo letto Terzani, ci siamo scambiati le nostre impressioni. Sono stati belli i momenti comunitari, le cene, il gioco, le sveglie alle 5 e mezzo, ma anche le arrampicate, nelle quali ogni ragazzo era legato ad un adulto, ed è stato bello che ognuno, anche chi era alla prima esperienza (e magari soffriva anche un po’ di vertigini) si fidava del proprio accompagnatore e riusciva a fare passaggi anche piuttosto impegnativi.
C’ è stato anche un bellissimo fuori programma in un torrente, dove qualcuno ha cominciato a schizzarsi ed è finita con tutti in acqua a fare tuffi in un grande pozza (compreso chi non sapeva nuotare)!
Siamo stati anche fortunati con i gestori del rifugio 7°alpini che sono stati sempre molto disponibili, sopportando il nostro casino e le nostre ore tarde (lo scorso anno alle 22 veniva tolta la luce!) .
Infine, il massimo dell’eccesso, credo che sia stato il ritorno, e senz’altro la parte più negativa. C’è chi è arrivato a casa alle 2 lottando contro il sonno, chi addirittura alle 6 per entrare al lavoro alle 7. Senz’altro i ragazzi avranno dormito per la maggior parte del giorno successivo.
Per me, sono stati necessari altri 2 giorni per riprendere a lavorare a pieno regime; la testa era rimasta ancora là.
Simone

INCONTRO REFERENTI e PROMOTORI
20 OTTOBRE 2007

Sabato 20 ottobre 2007 a Bologna dalle ore 10 alle 16.30
presso le Suore Salesiane – via Jacopo della Quercia, 5 – tel. 051-356977
(ATTENZIONE E’ STATO POSTICIPATO DI 1 SETTIMANA!!!!)

All’Incontro Annuale erano presenti moltissimi Referenti e Promotori e questo primo appuntamento è l’occasione per trasmettere a chi non ha potuto esserci l’entusiasmo raccolto a Rocca di Papa.
Elaboreremo assieme gli spunti che sono emersi dal lavoro dei gruppi e coglieremo le indicazioni di lavoro per il prossimo anno.
Per la Giornata del Non Acquisto partiremo dalla condivisione delle iniziative che i Gruppi pensano di attuare: è indispensabile che i Referenti arrivino con queste notizie.
Per Altreconomia discuteremo sul cambiamento della rappresentanza dei Bilanci all’interno della Rivista. All’assemblea di giugno c’è stato il passaggio da Consorzio a Cooperativa, possiamo quindi “liberare” l’Associazione Bilanci di Giustizia di Verona dall’incarico di rappresentarci.
La rappresentanza della Campagna verrà affidata a 5 aderenti ai Bilanci designati dai Referenti e questi parteciperanno alla nuova cooperativa di Altreconomia come persone fisiche. I Referenti per sabato 10 ottobre raccoglieranno (anche all’interno dei Gruppi) i nominativi degli interessati. Persone interessate che non hanno un Gruppo Locale possono segnalare la propria disponibilità in Segreteria.
Ricordiamo di portare le vostre “specialità” locali e casalinghe per il pranzo condiviso.

Agenda:
Mattino
– dopo l’Incontro Annuale: precisa definizione di ciò che dobbiamo conservare e sviluppare

Pranzo condiviso

Pomeriggio
– Giornata del Non Acquisto
– Altreconomia

GIORNATA DEL NON ACQUISTO
SABATO 24 NOVEMBRE 2007

La Giornata del Non Acquisto – Buy nothing day è prima di tutto un giorno in cui fare ciò che si vuole….a patto di non comprare nulla!
Un sabato, forse il giorno più spendaccione della settimana, da passare con gli amici, con il Gruppo Locale o da soli, un giorno “gratis” senza preoccuparsi di negozi e affini. La festa della Giornata del Non Acquisto non è uno sciopero, non vuole incidere sul PIL, è significativa in quanto ci ricorda che non siamo ostaggio delle merci che c’è la possibilità di ridimensionare il mercato e la sua invadenza.
Vi proponiamo quindi di viverla soprattutto con questo spirito, in prima persona in tutti i modi che vi verranno in mente. Poi potete anche scriverci i vostri racconti sul 24 novembre.
Quest’anno ritorna lanciato da Terre di Mezzo e Altreconomia il Buy Nothing Day Contest 2007 una occasione per smontare e rimontare le pubblicità usando l’arma dell’ironia e della satira per svelare le loro intenzioni nascoste ma reali. Il tema scelto quest’anno è l’Acqua, chi vuole cimentarsi deve inviare i lavori entro il 16 novembre, info su: http://www.terre.it/eventi/articoli/149.html

FELICI DI ABITARE LA TERRA
Le comunità cristiane in cerca di sapienza: nuovi indicatori di benessere
Sabato 13 ottobre 2007, ore 9.30-17 – Padova, auditorium Modigliani

È il 1° Seminario organizzato dalla rete interdiocesana Nuovi Stili di Vita, costituitasi nel 2007 per iniziativa di alcuni uffici pastorali impegnati nella promozione dei nuovi stili di vita nelle diocesi di Bergamo, Bolzano e Bressanone, Brescia, Padova, Reggio Emilia, Trento, Venezia, Verona.
La rete si propone di unire conoscenze ed esperienze utili ad avviare un movimento dal basso sui Nuovi Stili di Vita.
Il seminario mira ad approfondire il tema dei nuovi indicatori di benessere, superando il PIL come unico indicatore, recuperando la sapienza biblica come fondamento, identificando metodologie pastorali per promuovere i nuovi stili di vita nelle varie realtà ecclesiali, facilitando l’interscambio tra gli operatori e promotori dei nuovi stili di vita delle varie diocesi e trasmettendo la passione ambientale come una questione di fede e di vita.
L’incontro, a partecipazione gratuita, si rivolge in particolare ai cristiani impegnati a livello ecclesiale a servizio dei nuovi stili di vita e a quanti sono sensibili ai problemi dell’ambiente e agli stili di vita.

Il programma prevede relazioni di
– don Achille Rossi, su “Felicità e immaginario collettivo”
– Enrico Giovannini, direttore dell’Ufficio statistico dell’OCSE su “I nuovi indicatori di benessere”
– Simone Morandini, teologo parlerà di “Cercare la sapienza”.
Modera Antonella Valer di Bilanci di Giustizia.

Informazioni: http://www.veneziastilidivita.it , iscrizioni: nuovistilidivita@diweb.it

STIAMO LAVORANDO PER VOI!!!

Nei mesi di Luglio-Agosto abbiamo:

  • Preparato l’Incontro Annuale in collaborazione con il gruppo di Roma
  • Partecipato alla conferenza stampa di presentazione dell’Incontro Annuale a Roma presso la Regione Lazio
  • Iniziato l’inserimento automatico dei bilanci mensili 2007
  • Partecipato all’incontro di verifica del progetto Nuovi Stili di Vita a Campobasso
  • Condotto a Fonte Avellana riunione con monaci camaldolesi per il loro percorso con i Bilanci

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